Focus professione: diventare apicultore

Se si vuole diventare imprenditori e si ha un budget limitato, la professione di apicoltore è sicuramente un’opzione da valutare: basta un terreno, anche non molto esteso, per intraprendere un’attività che ben si presta ad una crescita graduale, con diverse possibilità di sviluppo.

Se si è in possesso di un terreno, anche non molto esteso, e si prediligono lavori a contatto con la natura, intraprendere la professione di apicoltore è sicuramente un’opzione da valutare: la produzione nostrana di miele copre non più di metà del fabbisogno italiano, ne consegue che più del 50% del miele consumato in Italia viene importato. Inoltre comincia ad essere sempre più diffusa la pratica dell’honey travel, che prevede itinerari turistici lungo le strade del miele.

Le varietà di miele più diffuse sono miele di Acacia, Millefiori, di Tiglio e di Castagno e possono essere prodotti in tutto il territorio italiano, mentre il miele di Agrumi e quello di Sulla solo nelle regioni del Centro Sud. Esistono anche altri prodotti, oltre al miele, come propoli, polline, cera d’api e pappa reale, richiesti per le loro applicazioni nella medicina naturale. Inoltre, dalla fermentazione del miele può essere prodotto l’Idromele, una bevanda alcolica.

Gli investimenti iniziali non sono particolarmente ingenti e quest’attività ben si presta ad un’espansione graduale, si può partire da poche arnie e progressivamente aumentare il numero di famiglie. In alcune regioni è possibile accedere a fondi per l’avvio di attività legate all’apicoltura, ed è possibile strutturare la propria attività come fattoria didattica incentrata sulla produzione del miele.

Una singola arnia può produrre tra i 10 e i 30 Kg di miele e la smielatura avviene alla fine dell’estate, nel periodo di agosto e settembre, prelevando dalle arnie la parte di miele contenuta nel melario e lasciando alle api il quantitativo necessario al loro fabbisogno invernale. Attraverso lo smielatore, si ottiene la fuoriuscita del miele presente nei favi, ancora allo stato liquido, si procede poi alla filtratura e si pone infine a maturare in contenitori di acciaio inossidabile. Dopo qualche settimana il miele è pronto per il consumo e la vendita. È importante considerare il fattore di rischio: la produzione può essere infatti compromessa da fattori esterni, come condizioni meteorologiche sfavorevoli e cambiamenti ambientali.

Per commercializzare i propri prodotti bisogna munirsi di partita IVA in agricoltura presso l’Agenzia delle entrate, iscrizione al Registro degli Imprenditori Agricoli della Camera di Commercio e codice d’identificazione rilasciato dall’Asl. Bisogna, inoltre, dichiarare le arnie presso il proprio comune di appartenenza, e, se si possiedono un numero di arnie superiore a 30, segnalarne l’esatta ubicazione tramite coordinate GPS.