Un anno di smart working: i pro e i contro

L’esplosione della pandemia da Coronavirus ha portato ad un enorme aumento dello smart working in Italia e nel resto del mondo. A distanza di un anno si sa ancora troppo poco sugli effetti economici che questa modalità di lavoro causerà in futuro in termini di produttività. Grazie ad un esperimento condotto in Italia con lavoratori appartenenti al settore multi-utility, si è potuto dimostrare che l’introduzione dello smart-working può avere effetti positivi sulla produttività, sul benessere e sull’equilibrio tra lavoro e vita privata.

Eliminando la rigidità legata a particolari orari di lavoro, può addirittura contribuire a ridurre il divario di genere nel mercato del lavoro. Scopriamone di più!

Lo smart working a supporto dell’economia e della produttività

Il Covid-19 sta minacciando l’economia mondiale. Per contenere la diffusione del virus e frenare il contagio, lo smart working è divenuto da un anno a questa parte sempre più importante.
I lavoratori possono adempiere alle proprie mansioni fuori dal loro posto di lavoro e con un orario flessibile, grazie all’ uso della tecnologia. La flessibilità su dove e quando lavorare viene utilizzata per continuare le attività lavorative ed evitare il crollo dell’economia.

Nonostante l’aumento di ore lavorative, si sa ancora poco sugli effetti economici di questa modalità di lavoro. Le ricerche condotte in passato hanno studiato l’uso della pratica di lavorare da casa alle stesse condizioni salariali e sotto il controllo del datore di lavoro. In un esperimento condotto in collaborazione con un call center cinese, si è evidenziato che il telelavoro può essere vantaggioso per la produttività dei dipendenti e per il loro equilibrio vita-lavoro.

Lo smart working ed i benefici per lavoratori ed aziende

Lo smart working si fonda su un compromesso. Da un lato, ci sono potenziali benefici derivanti dalla flessibilità del luogo e degli orari di lavoro: i lavoratori riducono i loro costi di pendolarismo e le aziende ottimizzano i loro costi di illuminazione, riscaldamento o aria condizionata, mense e pulizia.

Inoltre l’eliminazione degli orari fissi giornalieri permette ai dipendenti di gestire meglio il loro tempo a seconda delle loro esigenze. Possono godere di pause lunghe o brevi per motivi personali o familiari, potendo adattare il loro orario di lavoro senza subire decurtazioni nelle retribuzioni.

Ciò aumenta la soddisfazione dei dipendenti e migliora l’equilibrio tra lavoro e vita privata, rendendo lo smart-working uno strumento davvero desiderabile per i dipendenti.
Parallelamente, le aziende possono premiare i dipendenti sulla base della produttività effettiva piuttosto che sulle ore lavorative in più. Anche le aziende ne traggono ulteriori benefici: possono trattenere i migliori talenti, vedono ridurre i giorni di assenza, aumentando così la competitività dei dipendenti.

La flessibilità degli orari di lavoro per tutti i lavoratori, uomini e donne, contribuisce a ridurre i costi dovuti agli straordinari, ai festivi, ai notturni, che notoriamente sono considerati le principali cause dei divari salariali fra generi. Tale flessibilità può quindi rappresentare un passo in avanti per ridurre il divario fra uomini e donne nel mondo del lavoro.

D’altra parte, lo smart working in quest’ultimo anno ha sollevato diverse preoccupazioni. Lavorare fuori dall’ufficio può ridurre l’impegno dei lavoratori. Inoltre riducendo le interazioni tra i lavoratori e tra i lavoratori ed i superiori, c’è il rischio di una riduzione della produttività, in particolare nei lavori con alte interazioni. Confondere i confini tra lavoro e casa può portare a distrazioni e far aumentare le ore di impegno lavorativo e i livelli di stress dei dipendenti, peggiorando così l’equilibrio tra lavoro e vita privata.

Lo smart working contribuisce alla parità di genere

Sono stati appurati anche interessanti effetti di genere. In primo luogo, si è scoperto che gli uomini hanno passato più tempo impegnati in attività domestiche e di cura della casa.
Lo smart working quindi aiuta a migliorare l’equilibrio dei ruoli all’interno della famiglia, che è un passo essenziale verso la parità di genere.

In secondo luogo, alcuni dei risultati sono da ricondurre maggiormente alle donne: la riduzione dei giorni di congedo è più marcata nelle donne, così come la maggiore soddisfazione delle lavoratrici aventi un orario di lavoro flessibile.

Naturalmente questo studio basato sullo smart working per un giorno a settimana non può essere generalizzato alla situazione attuale, nella quale i dipendenti sono costretti a lavorare da casa ogni giorno per un periodo prolungato da oltre un anno.

Smart working: perché non verrà abbandonato in futuro

È interessante notare che l’attuale ricorso delle aziende a livelli massicci di smart working rivela che è utilizzabile sia per lavori di routine che per impegni non ordinari, ed è senza dubbio utile nei periodi di emergenza. Tuttavia, è anche possibile che abbia e stia producendo conseguenze diverse da quelle emerse dallo studio, soprattutto sul senso di isolamento dei lavoratori e sulla loro produttività finale.

Una volta tornati alla normalità, dopo la crisi, il ricorso allo smart working per un periodo limitato della settimana lavorativa può essere davvero vantaggioso perché riorganizza il tempo aumentando la nostra produttività.

Dopo un anno di smart-working, è migliorata la digitalizzazione del Paese, forse perché siamo stati tutti costretti ad adattarci. Si è accelerato il processo per portare la fibra ovunque, anche nei posti meno redditizi, e milioni di persone hanno finalmente imparato ad utilizzare gli strumenti di comunicazione messi a disposizione dalla tecnologia. Abbiamo imparato che non serve più fare 6 ore di treno per andare e tornare da Milano solo per partecipare ad una riunione. Con lo smart-working possiamo partecipare anche a 2, 3, 4 riunioni nello stesso giorno e fare altre cose.

Un anno di smart-working ci ha insegnato che è possibile lavorare efficientemente anche senza dover abbandonare la propria città e trasferirsi in una grande metropoli. La pandemia da Covid-19 ha rivoluzionato il mondo del lavoro facendo nascere nuovi lavori e nuove forme di occupazione. Questa modalità di lavoro ha generato una sorta di rivoluzione, grazie alla quale si può ora rivedere anche il rapporto fra le città del Nord Italia, efficienti ma poco vivibili e i piccoli centri del Sud, meno ricchi e meno efficienti, ma belli e con una qualità della vita più a misura d’uomo.

Forse quest’anno di smart-working ci avrà anche insegnato a conciliare l’efficienza con la bellezza!