Reddito di cittadinanza, cosa prevede la nuova normativa

Il reddito di cittadinanza è un programma di sostegno finanziario fornito dal Governo a cittadini residenti nel Paese che rispondono a condizioni economiche di bisogno.

L’obiettivo principale del reddito è quello di fornire un’assistenza economica a coloro che si trovano in situazioni di disagio economico o che vivono in condizioni di povertà. Questa misura di sostegno finanziario prevede un importo di denaro regolarmente erogato alle persone che soddisfano determinati criteri di idoneità. Questi ultimi tengono conto del reddito familiare, del patrimonio, del livello di povertà e dello stato di disoccupazione.

Vediamo insieme le novità sul reddito di cittadinanza introdotte nel 2023 con il nuovo Decreto Lavoro.

Quali sono le novità sul reddito di cittadinanza nel 2023?

Il reddito di cittadinanza è finalizzato a soddisfare le esigenze di base delle persone, come il cibo, l’alloggio, le cure mediche ed altre necessità fondamentali, fornendo un sostegno economico che permetta alle persone di vivere in modo dignitoso e migliorare la loro situazione finanziaria.

Oggi il programma di reddito di cittadinanza è condizionato, poiché viene richiesto ai percettori di aderire a determinati obblighi o impegni, come la partecipazione a programmi di formazione, la ricerca attiva di lavoro o l’adesione a programmi di assistenza sociale.

A partire dal mese di Luglio 2023 ci saranno diverse novità per i percettori. Per molti beneficiari sarà anche l’ultimo mese in cui percepiranno l’importo.

Dal mese di Agosto le persone occupabili aventi meno di 60 anni, senza anziani né figli piccoli, non percepiranno più il sussidio e dovranno iscriversi a partire dal 1° Settembre al portale web creato appositamente dal Governo.

Il governo Meloni ha decretato l’abolizione del reddito di cittadinanza per mezzo del Decreto Legge nr. 48 del 4 maggio 2023 (il Decreto Lavoro) e introdotto un nuovo tipo di Istituto per le persone occupabili dai 18 ai 59 anni di età.

Le principali novità del 2023 saranno le seguenti:

  • il reddito di cittadinanza nel 2023 non potrà essere percepito per più di 7 mesi, come stabilito dall’articolo 1, commi da 313 a 321;
  • la durata massima resta di 18 mesi solo per i nuclei familiari che hanno a carico minori, persone disabili oppure persone di età pari o superiore a 60 anni.

Ci saranno anche novità relative al calcolo degli importi?

Nulla cambierà nel 2023 riguardo ISEE, modalità di accesso e calcolo degli importi.

La novità più importante introdotta dalla legge di bilancio riguarda invece la componente corrispondente al canone di affitto. Con la nuova normativa tale componente del reddito di cittadinanza viene erogata direttamente al locatore.

Il relativo decreto attuativo che doveva essere emesso entro lo scorso 2 Marzo 2023 non è ancora uscito, pertanto tale norma non è entrata ancora in vigore.

Un’importante novità riguarda anche i datori di lavoro che nel 2023 assumono con contratto a tempo indeterminato un percettore di reddito di cittadinanza: in questo caso il datore di lavoro è esonerato nel versare il 100% dei contributi previdenziali a suo carico.

Quali sono gli obblighi per gli occupabili?

Gli occupabili aventi un’età che va dai 18 ai 59 anni, dal 1° Gennaio 2023 devono:

  • essere iscritti ad un corso di formazione o di riqualificazione professionale con obbligo di frequenza. Nel caso in cui non si rispetti la frequenza, il nucleo familiare del percettore decade dal beneficio.
  • Tutti i percettori di RDC, non solo un terzo come in passato, devono essere impiegati in progetti di utilità collettiva.
  • Il sostegno economico viene a cessare immediatamente se il percettore rifiuta la prima offerta di lavoro. Quindi, l’offerta di lavoro non deve più essere necessariamente “congrua” per essere accettata.
  • I percettori di RDC di età compresa fra i 18 ed i 29 anni che non hanno completato la scuola dell’obbligo, per continuare a percepire il RDC devono iscriversi e frequentare percorsi di istruzione di primo grado.
  • Se il beneficiario percepisce fino a 3.000 euro lordi a seguito di contratti di lavoro stagionali o intermittenti, non deve comunicare all’Inps tale importi. Quindi, una somma percepita complessiva di 3.000 euro non influisce sull’importo del RCD.

Il nuovo decreto Legge abroga anche le precedenti norme che prevedevano gli interventi dei centri per l’impiego e dei servizi sociali i quali avrebbero dovuto predisporre attività per il reinserimento lavorativo e sociale. Questo perché, di fatto, quelle attività non sono mai state messe in pista.

Il Supporto per la Formazione ed il Lavoro

Dal 1° Settembre 2023 entrerà in vigore il Supporto per la Formazione ed il Lavoro. La nuova soluzione ideata dal Governo sarà indirizzata alle persone:

  • di età compresa fra i 18 e i 59 anni;
  • con reddito Isee non superiore a 6.000 euro annui;
  • con nuclei familiari in cui non sono presenti minori, disabili o over 60.

Questo nuovo istituto prevede percorsi di accompagnamento al lavoro, percorsi di formazione professione, di qualificazione o riqualificazione professionale ma anche un contributo fisso di 350 euro al mese per 12 mesi.

L’Assegno di Inclusione dal 2024

Dal 1° Gennaio 2024 sarà introdotto con il decreto lavoro nr. 48 del 4 maggio 2023 un nuovo istituto, l’Assegno di Inclusione.

A differenza del reddito di cittadinanza, l’Assegno di Inclusione riguarderà solamente i nuclei familiari aventi al loro interno:

  • disabili;
  • minori;
  • persone con più di 60 anni.

 Per i percettori occupabili è previsto per legge un percorso di formazione e lavoro. L’importo dell’assegno sarà proporzionato alle caratteristiche del nucleo familiare. Offrirà un contributo a partire da 480 euro e l’ISEE non dovrà essere superiore a 9.360 euro all’anno.

L’assegno verrà erogato dall’Inps per mezzo di una nuova card chiamata Card di inclusione, per un periodo massimo di 18 mesi, i quali possono essere però prorogati di ulteriori 12 mesi.